Ferdinandi, immagino una Perugia che torni a pulsare di vita

Un programma visto come "un grande patto" per dare una lettura di quella che è la città ora e per illustrare quella che potrebbe diventare. Un programma "che fa sognare una città come bene comune". (ANSA)

Un programma visto come “un grande
patto” per dare una lettura di quella che è la città ora e per
illustrare quella che potrebbe diventare. Un programma “che fa
sognare una città come bene comune”. La presentazione del
programma elettorale di “Alleanza per la Vittoria”, la
coalizione larga di tutte le forze civiche, dei partiti e dei
movimenti di centrosinistra, che sostengono la candidatura a
sindaca di Perugia di Vittoria Ferdinandi, è stato presentato in
un Auditorium San Francesco al Prato gremito. Presenti anche i
224 candidati che sostengono Ferdinandi, con molte persone anche
fuori dell’Auditorium ad ascoltare grazie ad un impianto esterno
di diffusione.

   
La prima a prendere la parola è stata la candidata: “Vorrei
una Perugia che torni ad avere una enorme voglia di esistere e
di dire io ci sono, che sappia rendere la sua anima viva,
progettata e attrattiva, una Perugia che torni a pulsare di vita
e di opportunità. Perugia ha una storia importante ma anche un
futuro da costruire”.

   
“Durante questi primi tre mesi di campagna elettorale – ha
affermato Ferdinandi rivolgendosi ai presenti – abbiamo
praticato un nuovo modo di fare politica, partendo dal basso,
dando ascolto ai vostri sogni e bisogni, e proprio a voi abbiamo
voluto restituire il frutto di quello che abbiamo raccolto
finora attraverso un grande evento pubblico invitando tutta la
cittadinanza”.

   
“I programmi politici li scrivono solitamente i tecnici di
partito, con noi questo non è avvenuto” ha precisato la
candidata per poi aggiungere: “Abbiamo scelto di far lavorare la
politica organizzata e di ascoltare la gente avviando i tavoli
di partecipazione e quelli politici delle coalizioni Patto
Avanti e Pensa Perugia, con contributi sintetizzati da tecnici e
esperti, condivisi e messi a valore in un unico grande programma
plurale, condiviso, partecipato”.

   
Ferdinandi, parlando di una “rivoluzione nel metodo”, ha
quindi ricordato il percorso, con l’attraversamento di 52
quartieri della città dando vita a 25 giornate di
partecipazione, per un totale oltre 100 incontri e confronti
pubblici.

   
“Quando vedo questo programma vedo un atto di ribellione alla
solitudine in cui il nostro tempo ci ha costretto a vivere, con
la qualità che sarà la stella polare che dovrà guidare tutto il
nostro agire politico” ha poi sottolineato, prima degli altri
interventi con i quali alcuni candidati, e non solo, hanno
illustrato i punti del programma: partecipazione, una nuova idea
di città e di mobilità, città inclusiva, senza barriere e
visione incentrata sulle persone e il loro progetto di vita,
ambiente, salute, lavoro e sviluppo, turismo, cibo sostenibile,
cultura, scuola e giovani, sport.

   
In merito alla partecipazione Ferdinandi ha quindi
sottolineato come questa non sia solo un punto di programma ma
“un grande orizzonte” per ricostruire il rapporto tra
amministrazione e cittadini, a partire dalla riapertura di “una
nuova grande stagione delle circoscrizioni”.

   
Il programma parla anche di sanità che, ha spiegato la
candidata, “abbiamo scoperto essere una delle urgenze più
importanti che caratterizzano la vita dei cittadini”. “Creeremo
– ha dichiarato – un grande osservatorio comunale che possa
tornare a svolgere un ruolo di controllo sulle prestazioni. Il
sindaco è la prima autorità sanitaria e dimenticare questo
significa abdicare al proprio ruolo”.

   
Inoltre, si è parlato di “un grande patto sul lavoro” con
l’obiettivo “di difendere la qualità e la dignità del lavoro di
tutti attraverso l’applicazione della clausola del salario
minimo anche per una grande rivoluzione culturale”.

   
Per “Alleanza per la vittoria” il Comune deve diventare anche
il principale attrattore di risorse pubbliche e per questo tra
le azioni c’è anche quella di potenziare la macchina comunale
“con un grande ufficio di progettazione europea per attrarre
risorse e lavorare in rete con le imprese creative, gli istituti
di alta formazione e il terzo settore”.

   
Una Perugia poi che “deve tornare ad essere la capitale dei
saperi e della cultura, con questa sempre più legata a welfare,
innovazione ma anche alla sicurezza”. Una città che per
Ferdinandi deve diventare, stringendo legami più forti con
Assisi, anche luogo ideale per tavoli di cooperazione
internazionale per la costruzione della pace. Una città, ha
concluso, “in cui anche l’antifascismo non sia più un tema di
discussione tra fazioni ma un valore indiscutibile per chiunque
rappresenti le istituzioni”.

   

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