Trattiamo come sempre alcune cose a caso.
La prima riguarda il delirio di questi giorni. E parliamo ovviamente della Ferragni e i suoi pandori. Non è vero, parliamo di Inter-Verona.
L’Inter ha vinto grazie a un gol irregolare, se n’è parlato giusto un filo. La cosa ha generato un concatenarsi di casini mediatici e social che hanno trasformato quel (grave) errore arbitrale in boiate complottiste del tipo “il Palazzo vuol far vincere i nerazzurri”.
Ecco, se il Palazzo volesse realmente far vincere i nerazzurri non assegnerebbe un rigore (che c’era, ma non aveva notato nessuno) al minuto 99 contro gli organizzatori del malaffare, altrimenti significherebbe che gli organizzatori del malaffare in questione sono dei pirla che si fanno fottere dallo stesso sistema che gestiscono.
Dovrebbe essere un ragionamento piuttosto semplice, ma così non è, la gente pensa al complottone, insinua, si incazza e – potete starne certi – smette di pensare al calcio, quello giocato, quello che ha portato le due squadre fin qui migliori a conquistare un’enormità di punti e a mettere in campo – in maniera diversa – una gran bella espressione di gioco (una decisamente più estetica, l’altra decisamente più pragmatica).
Sia chiaro, qui non si sta dicendo che si debba rinunciare al moviolone o far finta che alcuni errori abbiano spostato l’equilibrio di diverse partite, ma non fino al punto di non rendersi conto che chi è in testa ha fin qui giocato un calcio indiscutibilmente migliore.
(“Lo dici perché tifi Inter!”. No, lo dico perché lo penso. “Non è vero, stronzone e pelato!”. Giuro. “Cazzate, sei ridicolo!”. E così via).
Badate bene, tutto ‘sto bla bla non elimina la gravità degli svarioni arbitrali, tanti e ripetuti, causati dai fischietti nostrani, mai come quest’anno incapaci di entrare in comunicazione tra loro. Perché è vero, lor signori non sono proprio delle volpi, ma è altrettanto vero che il regolamento per come è strutturato determina casini in serie.
Il qui presente, per dire, pensa che una soluzione per mettere un po’ di ordine ci sarebbe eccome, ma è esattamente in controtendenza rispetto a quel che accade: nell’era della santa tecnologia bisognerebbe levare autonomia agli arbitri di campo e lasciare che a decidere i casi più complessi siano insindacabilmente coloro che stanno davanti al monitor. Oggi funziona all’opposto: l’arbitruccio di campo dice “oooh, ho visto ioooo!” e quello con le chiappe a Lissone se la fa addosso. Bah, ditemi voi che senso ha.
In ogni caso i casini di questi giorni mi hanno portato ad avere alcuni confronti televisivi piuttosto accesi. C’è chi mi ha dato della frignetta, del minchione, dell’infame, c’è chi ha fatto i meme con la mia testa pelata che esplode, chi mi ha augurato di svegliarmi freddo. A questi ultimi ho cordialmente risposto “a voi e famiglia”.
Anche mio padre ha voluto dire la sua rispetto al gentil confronto avuto domenica sera con il collega e amico Ivan Zazzaroni negli studi di Pressing.
Papà: “Ti ho seguito ieri sera”.
Io: “Ah, e cosa pensi?”.
“Beh, Pellegatti è un grandeee!”.
A mio padre milanista frega solo di Pellegatti, ci sta.
Ma è giusto parlar d’altro, ché ho ordinato una pizza ai quattro salami e stanno già infornando.
Al termine del girone di andata mi va di fare un primissimo bilancio ma così, a raffica. Lo intitoleremo “i migliori”.
Per quanto mi riguarda Lautaro Martinez è stato il miglior giocatore, Zirkzee il miglior giovane, Provedel il miglior portiere, Calhanoglu il miglior centrocampista, Bremer il miglior difensore, Thuram il miglior attaccante, Sartori il miglior scopritore di giuocatori, De Laurentiis il miglior peggioratore di situazioni idilliache, Pioli il miglior allenatore capace di tirarsi fuori dal guano con i fatti e i nervi saldi, De Ketelaere il miglior ragazzo in grado di farti cambiare idea del tipo “cazzo allora è forte” “no è una pippa” “no è forte” “no è una pippa” “no è forte”, Thiago Motta il miglior tecnico in rampa di lancio, Di Francesco il miglior tecnico risorto (bravo, se l’è meritato), gli stadi italiani i migliori a far schifo nel mondo, i tifosi i migliori a riempirli (son praticamente sempre tutti pieni), Allegri il migliore a convincere tutti che la sua Juve non sia così forte e che il merito sia tutto suo (ha tantissimi meriti, sta facendo grandi cose, ma anche i suoi ragazzi funzionano e sono “di livello”), Mourinho il migliore a generare casini ma per quanto mi riguarda guai se non ci fosse, Yildiz il migliore a farmi pensare “cazzo, questo qui diventerà fortissimo”.
E stop, amici cari, è arrivata la quattro salami. Buon appetito e ricordiamoci sempre che è solo calcio.