Come reagisce il nostro cervello alle sorprese? Finalmente abbiamo una risposta

Praticamente quotidianamente viviamo questa sensazione, ma chi di voi conosce le aree del nostro cervello che sono coinvolte nella sorpresa?Un gruppo dell’Università di Basilea guidato da Tania Barkat, ha da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista Science A…

Un gruppo dell’Università di Basilea guidato da Tania Barkat, ha da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances, un interessante studio. Come reagisce il nostro cervello ad una sorpresa? Ora abbiamo una risposta.

Per iniziare, appare opportuno sottolineare cosa intendiamo per “sorpresa”. Il principale scopo evolutivo di tale processo infatti, risiede nella capacità di suscitare una reazione immediata nell’individuo. Ma in che contesto risulta utile? Questa volta non parleremo di un mini-cervello che risolve problemi matematici, ma di uno studio altrettanto importante.

In particolare, la sorpresa nasce per rispondere a situazioni di potenziale pericolo, ovvero situazioni nuove e inattese che potrebbero risultare dannose per il nostro organismo. Ecco dunque spiegato perché tende a ridursi man mano che lo stimolo viene ripetuto.

In questo nuovo studio, il team di ricerca ha scrupolosamente analizzato (neanche a dirlo) un gruppo di topi. Ai soggetti sono stati fatti ascoltare diversi suoni, tra cui alcuni inattesi, al fine di generare “sorpresa”. Naturalmente, durante l’intero esperimento è stata monitorata la loro attività cerebrale, ottenendo dei risultati che appaiono decisamente chiari.

Le aree maggiormente coinvolte nel nostro cervello appaiono essere principalmente tre: il collicolo inferiore che si forma già dopo poche settimane, il talamo uditivo che fa la sua comparsa successivamente e la corteccia uditiva primaria. Esiste tuttavia un “qualcosa” in grado di regolare il nostro senso di sorpresa.

L’esperienza infatti, risulta essere una vera e propria “modulatrice di sorpresa”. Durante l’intera fase di sviluppo, il nostro cervello riesce a creare una propria visione del mondo che ci circonda proprio grazie alla quotidiana esperienza. Qualsiasi cosa che non rientra in tali aspettative, rappresenta quindi una sorpresa.

Sicuramente ci sarà bisogno di ulteriori studi che approfondiscano a livello neurofisiologico tale evento, tuttavia, dopo aver visto anche che il cervello non può riprogrammarsi, si tratta di uno studio realmente importante nella comprensione di diverse patologie.

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