Al netto delle questioni tra Elon Musk e MrBeast che stanno tenendo banco in questi giorni, vale la pena tornare a fare riferimento all’eccentrico imprenditore in questa sede. Infatti, da una recente biografia emerge che a un certo punto della sua carriera Musk sarebbe potuto diventare uno sviluppatore di videogiochi.
Probabilmente i più attenti tra di voi sono già a conoscenza della passione dell’imprenditore per il mondo videoludico, da Elden Ring a The Battle of Polytopia (per citare alcuni dei suoi titoli preferiti). Inoltre, è da lungo tempo che si conosce la storia di Blastar, semplice videogioco sviluppato da Musk quando aveva appena 12 anni (il codice sorgente del titolo fu persino pubblicato su una rivista nel 1984).
Quel che emerge però dalla recente biografia a firma Walter Isaacson, uscita in Italia per Mondadori il 12 settembre 2023 (disponibile, ad esempio, su Amazon), è che a un certo punto Musk ha dovuto fare una scelta. A pagina 72 della biografia, infatti, Isaacson racconta di quando un giovane Elon passava le sue serate a sviluppare videogiochi in una piccola azienda di Palo Alto chiamata Rocket Science. Musk aveva colpito gli addetti ai lavori riuscendo a far leggere a un computer in multitasking delle grafiche da un CD-ROM mentre muoveva al contempo un avatar a schermo.
In realtà, si dice che Elon in quell’occasione era stato aiutato da alcuni utenti di un forum, ma grazie a quell’operazione il giovane aveva ricevuto una proposta per lavorare a tempo pieno per la Rocket Science (mentre fino a quel momento si era trattato di un lavoro estivo). Musk poteva dunque, di fatto, aspirare a una carriera nel settore del sviluppo dei videogiochi, ma alla fine decise di fare altro.
Secondo la ricostruzione di Isaacson, questo avvenne sia per via del fatto che per Musk era necessario laurearsi prima di poter ottenere un permesso di lavoro negli Stati Uniti d’America che a causa della volontà di Elon di “avere un’influenza maggiore sulla società“. Per quanto amasse i videogiochi e ritenesse che questi avessero un ruolo importante, Musk alla fine decise, quindi, di puntare su obiettivi più ambiziosi (il resto, SpaceX compresa, è storia).