La rivoluzione digitale che stiamo vivendo poggia sopra delle fondamenta composte, tra le altre cose, dai sensori. Ecco le startup italiane presenti al CES 2024 che si occupano proprio di questo (e altro ancora)
di Riccardo Robecchi pubblicata il 12 Gennaio 2024, alle 17:01 nel canale Startup
Alla base della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo oggigiorno c’è indubbiamente la sensoristica: è proprio grazie agli innumerevoli sensori che è possibile raccogliere dati da impianti produttivi, ambienti pubblici e privati, individui e così via. Sono ben sette le startup italiane che si occupano di sensori, spesso applicati all’IoT: sono AI4IV, Aria Sensing, INNOITALY, Kintana, Partitalia, Protom e Truesense. Tali aziende fanno parte della missione italiana al CES 2024, guidata da Area Science Park e ICE.
AI4IV: gli occhi artificiali per le macchine di domani
AI4IV ha sviluppato dei sensori per la visione artificiale in grado, secondo l’azienda, di superare i limiti dei sistemi attuali grazie alla loro capacità di preservare i dettagli, così da dare ai computer informazioni più precise e da poter ottenere risultati migliori.
L’attività di AI4IV non si concentra però solo sui sensori in sé, ma anche su tutta la piattaforma di elaborazione dei segnali, che usa un approccio ispirato al cervello umano per migliorare la qualità del segnale ed estrarre le informazioni utili da quanto rilevato.
Aria Sensing e i radar ad alte frequenze
Torniamo (inevitabilmente, vien quasi da dire) al tema della fantascienza, già toccato con altre startup: è un tema ricorrente nei film il poter controllare gli ambienti e gli oggetti con semplici gesti, o addirittura semplicemente tramite la propria presenza. Aria Sensing produce radar ad alta frequenza in grado di rilevare i dettagli dell’ambiente circostante e di attraversare pareti, nebbia, fumo o pioggia.
Grazie all’uso di alte frequenze, i sensori di Aria Sensing sono in grado di riconoscere non solo la presenza delle persone (senza però acquisire immagini, garantendo così la privacy), ma anche i gesti, così da consentire di realizzare sistemi di controllo per la domotica, ad esempio.
INNOITALY e i sensori sostenibili
Il problema degli scarti di materiale elettronico è significativo. La produzione senza sosta di dispositivi fa sì che ingenti quantità di risorse siano sprecate, perché vengono buttate senza un sistema di riciclo e recupero appropriato. INNOITALY punta a cambiare le cose, grazie ai suoi sensori realizzati in materiali riciclati e riciclabili. Non solo: l’elettronica è autosufficiente in termini energetici, quindi non ha bisogno di ulteriore alimentazione.
INNOITALY afferma che è possibile produrre i suoi apparecchi in microfabbriche distribuite sul territorio, così da ridurre al minimo la necessità di trasporto. La startup ha come partner il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università di Trento e ST Microelectronics.
Kintana e l’intersezione tra fisico e digitale
Il concetto dietro Kintana è semplice, ma non scontato: collegare i prodotti fisici a esperienze digitali che possono aiutare i clienti a ottenere informazioni e/o intrattenimento, e le aziende maggiori informazioni sui clienti stessi. Per fare ciò, la startup ha sviluppato un sistema che sfrutta codici a barre, codici QR ed etichette RFID da applicare ai prodotti, assieme ad applicazioni per smartphone che gli utenti potranno usare.
L’ultima evoluzione della piattaforma di Kintana è TATA AI, che consente di creare esperienze fortemente personalizzate per i clienti: ad esempio, è possibile creare storie uniche a partire da fotografie o disegni.
Partitalia: etichette e lettori RFID, e oltre
Con molta esperienza alle proprie spalle, Partitalia è specializzata in soluzioni IoT, lettori RFID e smart card. L’azienda è già presente in 20 Paesi nel mondo grazie al suo sistema per la raccolta dei rifiuti che sfrutta etichette RFID e un sistema IoT.
Proprio questo è il prodotto che Partitalia mostrerà al CES: un bidone per i rifiuti, chiamato Ecosense SmartBin Pro, che è connesso a Internet e si apre grazie a un’applicazione Web. In questo modo solo chi è effettivamente autorizzato può inserire i propri rifiuti. Dall’altro lato, l’applicazione consente di visualizzare i dati (certificati) sui rifiuti conferiti e sul corretto smaltimento degli stessi.
Protom Robotics: i robot… sociali?
L’offerta di Protom Robotics si compone di due prodotti, molto simili tra loro: Classmate Robot e Social Robot. Il primo, come lascia intendere il nome, è pensato per le scuole, mentre il secondo punta all’assistenza agli anziani. L’idea è che il robot funga da dispositivo con cui accedere a contenuti di vario tipo in linguaggio naturale, sfruttando l’intelligenza artificiale.
Che sia per imparare nuovi concetti o per avere un po’ di compagnia, i robot di Protom Robotics usano da un lato l’intelligenza artificiale per interagire in maniera naturale con gli utenti, dall’altro il fatto che siamo inevitabilmente più propensi ad avere interazioni positive con un oggetto fisico che con un assistente immateriale e incorporeo mostrato su uno schermo.
TrueSense e i sensori ultra-wideband
TrueSense ha sviluppato dei sensori altamente accurati che sfruttano le onde a banda ultra larga (UWB) per svolgere diversi compiti: ad esempio, per controllare gli accessi, localizzare le persone all’interno degli ambienti o trasferire dati su distanza e posizionamento tra due dispositivi.
TrueSense possibile usare questa tecnologia per gli ambiti più disparati. Ad esempio, Mate Pro usa i radar UWB per rilevare presenza, movimenti, respirazione e possibili cadute dei pazienti negli ospedali o nelle case di riposo, così da fornire allarmi immediati nel caso di problemi e senza invadere la privacy dei pazienti usando delle telecamere.