di Aldo Grasso
Il medical drama con Luca Argentero si affida a una consolidata tradizione artigianale, di prodotti ben fatti. La linea narrativa rifugge da complicazioni ma rispetta la coerenza. Una prerogativa non da poco
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il successo di Doc – Nelle tue mani
, la fiction tratta da una storia vera, raccontata nel libro Meno dodici di Pierdante Piccioni e Pierangelo Sapegno, con le nuove vicissitudini del dottor Andrea Franti (Luca Argentero), primario del reparto di Medicina Interna del Policlinico Ambrosiano, al quale un colpo di pistola ha
cancellato dodici anni di memori
a
.
Nella prima stagione, la memoria giocava brutti scherzi mostrandogli una realt diversa da quella che immaginava;
nella seconda
il dottor Fanti ha sapientemente sfruttato il tema della pandemia;
in questa terza
il nostro Dr. House impegnato su quello che sa fare meglio, cio curare i pazienti, nonostante i fantasmi di un passato di smemoratezze lo inseguano. La serie in otto serate una produzione Lux Vide, societ del Gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Matilde e Luca Bernabei con la regia di Jan Maria Michelini, Nicola Abbatangelo e Matteo Oleotto.
Quali sono i punti di forza di Doc – Nelle tue mani? La produzione italiana di medical drama (uno dei generi pi serializzati) piuttosto scarna. Ricordo Amico mio con Massimo Dapporto, La dottoressa Gi con Barbara D’Urso, Braccialetti rossi su giovani pazienti affetti da gravi malattie, L’allieva con Alessandra Mastronardi, La linea verticale di Mattia Torre con Valerio Mastrandrea. Per paradosso, il pregio principale di Doc di non avere ambizioni autoriali ma di affidarsi a una consolidata tradizione artigianale, di prodotti ben fatti. La linea narrativa rifugge da complicazioni ma rispetta la coerenza, che una prerogativa non da poco.
Il personaggio di Andrea Franti costruito sul modello classico del Dr. House anche se, alla terza stagione, Luca Argentero pu permettersi di gigioneggiare un po’, sicuro del suo fascino. A proposito di memoria, Alberto Savinio faceva notare che noi italiani usiamo l’espressione conoscere a memoria; i francesi invece dicono Connatre par coeur e gli inglesi To have by heart. Qualcuno, dunque, ricorda non soltanto con la mente ma anche con il cuore; organo fondamentale per la professione medica.
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12 gennaio 2024 (modifica il 12 gennaio 2024 | 19:56)
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