Visitare i luoghi inesplorati della Terra, quelli che hanno mantenuto integra la loro bellezza naturale e culturale, è un viaggio straordinario.
L’accesso limitato, le distanze spesso considerevoli, la loro natura ancora non completamente esplorata rendono queste destinazioni, lo vedremo, affascinanti e misteriose, offrendo l’opportunità di immergersi in paesaggi incontaminati e scoprire tesori naturali e culturali che sono rimasti intatti nel tempo.
Foresta di Białowieża, Polonia/Bielorussia
Partiamo da un’importante area boschiva situata al confine tra Polonia e Bielorussia, unico caso europeo di foresta che conserva un ecosistema primordiale pressoché inalterato da migliaia di anni.
È la Foresta di Białowieża, dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1979, una delle poche nel mondo in cui è possibile osservare e studiare una foresta vergine nel suo stato quasi intatto. Il bosco ospita alcuni esemplari di flora e fauna rari, addirittura endemici: solo in questa regione si trovano ad esempio gli zubr, noti anche come bisonti europei.
Lago Bajkal, Siberia, Russia
Spostiamoci ora in una delle regioni più inospitali e remote della terra, la Siberia meridionale, dove si trova un’altra meraviglia naturale impareggiabile: il lago Bajkal.
Siamo di fronte a un sito eccezionale, vuoi per l’unicità geologica, vuoi per lo status di territorio in gran parte inesplorato.
È il lago più antico e profondo del mondo, con una storia geologica di oltre 25 milioni di anni e una profondità massima di quasi 1.700 metri.
Noto per le sue acque cristalline, tanto che d’inverno, quando è gelato, è possibile vedere fino a 40 metri al di sotto della superficie, il lago ospita una straordinaria varietà di flora e fauna uniche, tra cui la foca del Bajkal, una delle poche specie di foche di acqua dolce esistenti.
Deserto del Gobi, Mongolia/Cina
Tra il sud della Mongolia e la Cina settentrionale si estende una vasta zona desertica di oltre un milione di chilometri quadrati, praticamente disabitata e priva di infrastrutture.
È il Gobi, uno dei deserti più grandi e freddi del mondo.
Esplorare un luogo così ostile è un’impresa quasi impossibile, ma le poche spedizioni scientifiche che vi si sono avventurate, non senza sforzi, hanno rivelato una varietà di ecosistemi unici, fauna e flora che hanno sviluppato adattamenti straordinari per sopravvivere a condizioni così estreme.
La diversità geologica e biologica potrebbe oltretutto nascondere altre scoperte scientifiche significative, ma le vaste dimensioni e le difficilissime condizioni ambientali rendono le esplorazioni ancora troppo difficili.
Valle dei Fiori, India
È in India, nello stato dell’Uttarakhand, la stupenda Valle dei Fiori, accessibile solo per un breve periodo durante l’anno, da giugno a settembre, a causa delle avverse condizioni meteorologiche dell’inverno, e attraverso percorsi molto impegnativo, inadatti a chi non possiede una buona preparazione fisica.
Ma, ai fortunati che ce la fanno, la Valle dei Fiori rivela un’inaudita bellezza naturale, tra prati alpini, vette imponenti e, soprattutto, una biodiversità che ha dell’incredibile.
La regione ospita infatti migliaia di specie di fiori coloratissimi, molti dei quali endemici e irreperibili altrove, tra cui alcune varietà di orchidee, papaveri, gigli.
Isola di Socotra, Yemen
Un altro paradiso della biodiversità è Socotra, nell’Oceano Indiano, al largo della costa meridionale dello Yemen.
È un’isola molto particolare, a causa della presenza degli alberi di sangue di drago, a forma d’ombrello, detti così perché rilasciano una distintiva resina rossa, e che conferiscono allo scenario un’atmosfera surreale.
Si tratta di una destinazione estremamente disagevole, in cui il turismo è scoraggiato e anche poco raccomandato, per questioni politiche e di sicurezza.
Tuttavia, Socotra sta attirando l’attenzione crescente di turisti naturalistici, appassionati di viaggi avventurosi e scienziati, interessati alla biodiversità ma anche a questioni culturali e antropologiche.
L’isolamento ha infatti permesso alle popolazioni locali di mantenere tradizioni e stili di vita inalterati, il che costituisce un motivo supplementare per visitare una terra così fuori dalle rotte comuni.
Parco Nazionale di Simien, Etiopia
Situato nell’altopiano nord dell’Etiopia, il Parco Nazionale del Simien accoglie i visitatori con paesaggi montuosi spettacolari, caratterizzati da gole, ampie pianure, picchi e altipiani rocciosi.
Tra le formazioni più imponenti, i giganteschi “denti del drago” contribuiscono a rendere il paesaggio unico e affascinante.
Il Parco Nazionale di Simien ospita un’eccezionale varietà di specie endemiche, tra cui il lupo etiope (o lupo di Simien), la rara capra Walie e il babbuino gelada, un primate dalle espressioni facciali sorprendenti.
Nonostante gli sforzi per sviluppare infrastrutture e sentieri che attraversano l’area, l’isolamento geografico e la necessità di preservare il fragile ecosistema rendono complicato raggiungere specialmente le zone interne, abitate da alcune comunità locali che, immerse in una relativa inaccessibilità, contribuiscono a mantenere il parco autentico e preservato.
Parco Nazionale del Darién, Panama/Colombia
Dirigiamoci ora verso il Centro America, e precisamente al confine tra Panama e Colombia, alla scoperta del Parco Nazionale del Darién, una delle aree più intatte del nostro pianeta.
È caratterizzato da una ricca diversità biologica e dalla presenza di comunità indigene dalle tradizioni immutate nel tempo, come gli Emberá e i Wounaan, che condividono gli spazi con giaguari, puma, scimmie, ma anche con scorpioni neri, rane poco amichevoli, e con una speciale varietà di palma, la chunga palm, provvista di un tronco ricoperto di spine velenose mortali.
Se tutto ciò non basta a scoraggiare, aggiungiamo la mancanza di infrastrutture interne e l’inestricabilità della giungla.
Roraima, Venezuela
Sul confine tra Venezuela, Brasile e Guyana emerge un massiccio montuoso con caratteristiche geologiche uniche al mondo: è la Tavola del Roraima, contraddistinta da pareti rocciose verticali che sostengono una piattaforma superiore dalla forma piana.
Si tratta dell’esempio più famoso e iconico di tepui, o montagne tavoliformi, presenti esclusivamente in questa regione. Per questa sua conformazione così singolare, questa regione ospita naturalmente una vasta gamma di flora e fauna endemiche, alcune delle quali ancora oggetto di studio.
La natura impervia del terreno rende difficilmente accessibili alcune zone del massiccio, nonostante siano disponibili sentieri e percorsi per tutte le esigenze.
Isola di Pasqua, Cile
L’Isola di Pasqua viene considerata da sempre una zona di difficile accesso, più che inesplorata, principalmente a causa della sua notevole distanza dalla costa cilena, il paese a cui appartiene.
Rapa Nui, il suo nome indigeno, è una destinazione di fatto ben conosciuta ma anche abbastanza frequentata, famosa soprattutto per le enigmatiche moai, imponenti statue di pietra disseminate un po’ su tutta l’isola, che testimoniano una cultura polinesiana altamente sviluppata.
Nonostante il suo status di destinazione turistica, l’isola conserva alcune zone meno frequentate, mantenendo così un fascino e una suggestione che possono farla apparire in parte inesplorata.
Antartide
Concludiamo la nostra rassegna dei luoghi inesplorati del mondo con il continente più remoto e inaccessibile: l’Antartide, un territorio che, a meno che non siate scienziati, rimane precluso ai viaggiatori comuni.
Situato attorno al Polo Sud e circondato dall’Oceano Antartico, su cui si stagliano meravigliosi iceberg, è quasi del tutto coperto di ghiaccio, popolato da una fauna selvatica che altrove non trova le condizioni per sopravvivere e battuto da venti fortissimi che, assieme al freddo gelido, mette a dura prova i parametri vitali di noi esseri umani.
L’Antartide è gestito attraverso il Trattato Antartico, che sancisce l’uso pacifico del continente, promuove la cooperazione scientifica e regola le attività umane.
Nonostante i progressi delle moderne tecnologie di ricerca che continuano a rivelare nuovi siti, specie marine e segreti geologici, molte regioni dell’Antartide rimangono inesplorate e poco conosciute. E il turismo in Antartide, no, quello non è ancora contemplato.