«L’innovazione è al centro del dibattito sulla fiducia globale. E se ci sono timori per l’impiego dell’intelligenza artificiale, c’è fiducia nell’innovazione applicata all’emergenza del climate change, le energie green per esempio: settore ben presidiato dalle utility italiane. E in Italia cresce anche la fiducia nel mondo della moda», dice a L’Economia Matt Harrington, global president di Edelman, gigante della comunicazione, di ritorno da Davos dove ha presentato il «Barometro della fiducia»: un termometro della salute di economie e istituzioni (oltre 32 mila interviste in 28 Paesi). «Green tech, Ai, terapia genetica e Ogm: la gente ha paura del climate change e al tempo stesso le green tech, le energie rinnovabili dal solare all’eolico, rappresentano il lato positivo dell’innovazione. E godono di fiducia».
Cosa è emerso dal dibattito a Davos?
«Si è parlato della geopolitica con Ucraina, Palestina e Israele ma anche dei rapporti Cina-Usa. Sullo sfondo, l’anno delle 64 elezioni. Quelle Usa innanzitutto, per oltre 4 miliardi di persone alle urne. E poi del climate change, dopo il buon risultato di Cop28 a Dubai. Dal confronto l’Europa è emersa come un interlocutore solido per l’economia, così come per la gestione della crisi ucraina».
Trump, le elezioni e l’economia di Biden
Elezioni Usa, che scenario si aspetta?
«La Trump machine è forte. E sappiamo bene quale sarà la campagna Trump, una battaglia basata su rivendicazioni, dalla parte di chi non ha nulla da perdere, populista. Biden deve portare il dibattito sul positivo. Ma il guaio è che se pure la sua amministrazione ha fatto molto, nessuno gliene riconosce i meriti. Eppure, l’inflazione inizia a recedere, c’è una buona gestione dei tassi, bassa disoccupazione…».
Ai, cosa temono società ed economia?
«L’Ai suscita ottimismo ma anche paura, come lo scetticismo che hanno incontrato gli Ogm. La gente non è sicura che le aziende e i governi la stiano utilizzando in modo appropriato, ed è una tecnologia percepita come nuova anche se esiste da anni. È stato ChatGpT ad aver acceso adesso i fari. C’è l’impressione che sia al servizio delle élite, esacerbando la polarizzazione. Si spiega così la fiducia nelle operazioni pubblico-privato che emerge dal Barometro: gli intervistati vogliono che governo e privati lavorino uniti al quadro regolatorio».
Fiducia verso le società pubblico-privato
Chi vince la gara della fiducia globale?
«Il business continua a vincere sulle istituzioni, per esempio alla domanda su chi ispiri fiducia quando si parla di tecnologie i ceo vincono con il 66% rispetto ai governi, al 45%. Con la sorpresa che se il 74% si fida di esperti, scienziati, la stessa percentuale si fida di amici, colleghi: una dispersione di autorità. Soprattutto, è ancora il mondo del business a essere reputato più efficace nell’integrazione dell’innovazione nella società: il 59% ha fiducia nel mondo degli affari, il 50 verso i governi e il 48 verso i media».
Quando entrano in gioco le green tech per l’energia?
«Quando abbiamo chiesto il livello di fiducia nel business dell’energia e poi nelle innovazioni del settore energetico il gap risulta in positivo del +6%. Ed è l’unico settore positivo, perché dalla tecnologia (-26%) alla salute (-23%) all’alimentare (-40) c’è invece sfiducia verso le innovazioni. A guidare la grande sfiducia verso il food del domani è tutto il mondo dei cibi geneticamente modificati».
Italia più stabile in Europa
Nella classifica Paesi, l’Italia è a quota 50% per fiducia. Come un anno fa e meglio di Francia (47), Spagna (46), Germania (45) e Regno Unito (39).«Sì l’Italia conferma la sua posizione. Con l’Olanda (56) i più coerenti nel guidare il ranking europeo della fiducia».
Con la nota di merito dei media che a diversità della maggioranza degli altri Paesi in Europa, in Italia sono considerati degni di fiducia. «Anzi nel 2024 il livello di trust cresce dell’1% a quota 48. Mentre cala in Germania o Regno Unito per esempio — precisa Fiorella Passoni, ceo di Edelman Italia —. I datori di lavoro in Italia godono di fiducia (74), in crescita del 2%. E se poi andiamo a estrapolare i settori, se l’energetico balza dell’8% a quota 55, la moda fa addirittura un salto dell’11% a quota 63. Con le tlc che salgono del 5% a quota 60 stessa crescita di fiducia del 5% dell’alberghiero che raggiunge così quota 72».
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