Lusso, nuovi negozi a Milano: da Rolex a Bottega Veneta, dove apriranno le griffe

A Milano il luxury retail è in fermento. Sono, infatti, numerose le aperture dei big name del lusso avvenute negli ultimi tempi.A Milano il luxury retail è in fermento. Sono, infatti, numerose le aperture dei big name del lusso avvenute negli ultimi tempi.A M…

Le aperture in centro

di Anna Zinola

A Milano il luxury retail è in fermento. Sono, infatti, numerose le aperture dei big name del lusso avvenute negli ultimi tempi. 

Le aperture: da Bottega Veneta a Rolex

Tra le più recenti emerge, in particolare, Bottega Veneta, che ha da poco inaugurato il terzo store milanese, nella storica Galleria Vittorio Emanuele II. Medesima location per la boutique di Rolex, realizzata in partnership con Rocca. A qualche minuto di distanza, in piazza del Duomo, si trova il nuovo negozio di Salvini, marchio di gioielli del Gruppo Damiani
Uma Wang, brand fondato dall’omonima designer nel 2009, ha scelto, invece, il quartiere di Brera. Il flagship store, che si estende su 100 metri quadri, rappresenta l’esordio nel retail europeo della maison.

I negozi come strumento di comunicazione

Da cosa deriva tanto movimento? Perché i nomi del lusso si stanno concentrando nel retail? Di fatto i negozi sono oggi un potente strumento di comunicazione, uno dei principali mezzi di espressione di identità della marca. Attraverso gli elementi costitutivi del punto vendita (le vetrine, il lay out interno, l’approccio del personale, il servizio e così via) si raccontano la visione e i valori del brand. Non solo: lo store permette di costruire una relazione diretta con il consumatore, che – entrando in negozio – entra e diventa parte dell’universo della marca.

L’importanza di Milano

In questo quadro Milano si pone come un riferimento primario. Il capoluogo lombardo è riconosciuto a livello internazionale come una delle capitali della moda. Per questo avere uno store a Milano rappresenta, per i brand del lusso, uno statement. E’ un modo per affermare, in modo indiretto ma indiscutibile, la propria rilevanza nel mercato. Un modo per dire: sono qui e sono qui da protagonista.

Gli affitti: Via Montenapoleone + 20%

Va detto che aprire un punto vendita a Milano è un investimento oneroso. Pesa, in particolare, il costo degli affitti che, nell’ultimo anno, è aumentato in maniera significativa soprattutto in centro. Così, per esempio, in base ai dati del report «Main Streets Across the Word» – curato dalla società immobiliare americana Cushman & Wakefield – via Montenapoleone ha registrato, nel 2023, un incremento medio del 20%, portando il prezzo al metro quadro all’anno a 18 mila euro. Ciò significa che per una boutique di 100 metri quadrati servono, solo per l’affitto, un milione e 800 mila euro.

La strategia dei brand emergenti

L’entità dell’investimento richiesto spiega perché a presidiare le strade del centro siano i grandi nomi. Per un brand emergente, che non ha un giro di affari importante, è impossibile sostenere costi così ingenti, a meno che non abbia alle spalle un grande gruppo. Questo spiega perché la gran parte dei marchi giovani – quando decide di aprire un negozio proprio – privilegia zone “alternative”, meno prestigiose ma anche meno costose. 

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