Il Conte Dracula è nato dalla beneficenza

E se il conte Dracula fosse nato per reazione o chissà, per ironia, da una solerte attività benefica? Certo, il capolavoro di Bram Stocker, pubblicato nel 1897, è stato studiato moltissimo, e ormai si ... [Continua a leggere sul sito.]

E se il conte Dracula fosse nato per reazione o chissà, per ironia, da una solerte attività benefica? Certo, il capolavoro di Bram Stocker, pubblicato nel 1897, è stato studiato moltissimo, e ormai si ritiene di saperne tutto: lo scrittore irlandese ha costruito il suo libro perfetto facendo riferimento – e innovandola radicalmente – a una leggenda che trovava già consolidata in letteratura, a partire dal lontano 1749 quando l’abate don Augustin Calmet dedicò alla materia, molto diffusa a livello popolare, il Trattato sulle apparizioni degli spiriti, fantasmi corporei, angeli, demoni e vampiri di Slesia e Moravia, per arrivare al Goethe della Sposa di Corinto, una ballata del 1797, al Vampiro di John William Polidori (uscito inizialmente, nel 1816, con la firma di Lord Byron, di cui Polidori era amico oltre che medico personale) o al malizioso Sheridan Le Fanu, scrittore goticheggiante e amante dell’orrore, con il suo Carmilla che nel 1872 introdusse il personaggio di una femmina vampiro attratta del suo stesso sesso.

Come farne ancora qualcosa di vivo ed originale? Stocker ci riuscì benissimo, trovando quel che ancora mancava alla figura sinistra del personaggio, sempre un po’ troppo ridondante di male e di ragnatele – per non parlare del sangue: l’eleganza, il fascino oscuro, un certo dandysmo anche intellettuale che ne fa non un mostro scatenato ma un assassino un poco riluttante, che ha un atteggiamento vagamente ironico nei confronti del male e del terrore che pure rappresenta, gentiluomo e belva. Insomma, un attore: tant’è vero che la figura di questo Dracula ha avuto un’enorme fortuna sullo schermo.

Ebbene, quello che era forse solo un sospetto – per esempio il nostro, sospetto n motivato solo da un’esperienza di lettura – ora ha trovato un’inedita conferma. Sono infatti emersi infatti dagli archivi dell’Actor’s Benevolent Fund, in Inghilterra, documenti che provano come Bram Stoker fosse dal 1882 l’assiduo segretario delle riunioni, e anzi stendesse i verbali.

L’associazione aveva già una lunga storia alle spalle, era nata per aiutare gli attori in difficoltà economica o anziani e in cattiva salute, e ancora si dedica a questa attività. Stocker, giovanissimo, era il segretario personale dell’attore sir Henry Irving, che creò il fondo.

Per la verità questo già si sapeva: ma solo ora, confrontando la calligrafia, si è giunti alla certezza che quei verbali erano di suo pugno. Va detto che non fece questo lavoro a lungo, ma restò sempre nel settore. Per 27 anni fu direttore commerciale di un teatro, il Lyceum – a testimonianza che il suo Dracula così tetramente affascinante non nacque per caso ma per una lunga frequentazione.

La scoperta che a 35 anni si dedicava con tanto zelo alla beneficenza teatrale, il che vuol dire conoscere nel dettagli storie di grandezza e declino, l’eccitazione e la malinconia dell’attore, il confine sottile tra essere e rappresentare è però una chiave interessante per capire meglio la nascita del conte Dracula. Dopo l’apprendistato in beneficenza, forse Stocker aveva imparato tutto ciò che gli serviva. E forse si era anche stufato – accade – dell’inevitabile ostensione di buoni sentimenti che ciò comportava, non solo nelle lunghe riunioni.

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