Recensione libri: I Salmi dell’Apocalisse

Villa Daleth svetta tra le altre dimore borghesi di un distinto quadrante di Roma. È stata progettata nella sua forma ottocentesca dall'architetto Coppedè, famoso per aver dato il nome all'omonimo quartiere liberty. Ma il palazzo ha il suo senso, diverso da q…

Villa Daleth svetta tra le altre dimore borghesi di un distinto quadrante di Roma. È stata progettata nella sua forma ottocentesca dall’architetto Coppedè, famoso per aver dato il nome all’omonimo quartiere liberty. Ma il palazzo ha il suo senso, diverso da quello che si aspetterebbero i suoi garbati ospiti, e vive di un paradigma proprio, cruento: è il Male a dettare le regole nella palazzina che, pur ristrutturata e razionalizzata, conserva intatta la sua potenza malevola. 

Mercoledì
13 marzo 2024

AA

I Salmi dell’Apocalisse


2024

Miriam Palombi

Fantasy/Horror

5 su 5

Kipple Officina Libraria

k noir

2024

9788832179859

128

€ 15,00

Nel cuore della misteriosa Roma, Villa Daleth si erge come un’enigmatica sentinella, vigilante sui segreti antichi e le verità celate. Miriam Palombi, con il suo romanzo I Salmi dell’Apocalisse (Kipple Officina Libraria) dalle tinte oscure, trasporta il lettore in un viaggio attraverso l’oscurità dell’occulto, immergendosi nelle profondità del mistero con una prosa che risuona come un sussurro proveniente dagli abissi dell’ignoto.

L’architettura maestosa di Villa Daleth, creazione dell’eclettico Coppedè, si presenta come un monumento alla stranezza, un labirinto di simbolismo e segreti nascosti tra le sue mura. Ogni pietra, ogni dettaglio architettonico sembra portare con sé una storia, un’ombra del passato che permea il presente con un senso di inquietudine palpabile.

Ma il fascino di Villa Daleth si estende oltre i suoi confini fisici, abbracciando una rete di mistero che si snoda nel tempo e nello spazio. Le connessioni tra i personaggi e gli eventi si dipanano come fili invisibili, tessendo una trama intricata che avvolge il lettore in un vortice di suspense e meraviglia. Il caos diventa quindi non solo un concetto astratto, ma una forza viva e tangibile che permea ogni pagina del romanzo, portando il lettore a esplorare gli anfratti più reconditi della psiche umana e dell’universo stesso. Elia, il protagonista di I Salmi dell’Apocalisse, si distingue come uno dei personaggi più turbati nell’opera. La sua follia è così profonda da consentirgli di percepire l’intero quadro della realtà.

Al centro di questa storia avvolta nel mistero emerge la figura enigmatica di Wilhelm Reich (la figura di Wilhem Reich mi ha fatto venire in mente il romanzo di Valerio Evangelisti Il mistero dell’Inquisitore Eymerich dove le teorie dello psichiatra austriaco naturalizzato statunitesne venivano sviscerate proprio come fa proprio Miriam Palombi in I Salmi dell’Apocalisse), la cui presenza getta un’ombra sinistra su Villa Daleth. Le sue teorie sull’energia orgonica si mescolano con la trama narrativa, aggiungendo un elemento di inquietudine e fascino al già ricco tessuto del romanzo.

Con maestria narrativa che ricorda i grandi maestri del genere, Palombi offre al lettore un’esperienza coinvolgente e avvincente. I Salmi dell’Apocalisse non è solo un romanzo, ma un viaggio nelle profondità dell’animo umano, un’immersione nell’oscurità dell’ignoto che lascia il lettore senza fiato fino all’ultima pagina.

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