«Qui studiamo la bellezza integrativa»

Viaggio nei laboratori francesi di Chanel, dove si mette a punto una strategia che combina la scelta dei principi attivi alla ricerca su misura per ogni donna. Nel segno dell’innovazione lanciata nel secolo scorso da Mademoiselle Gabrielle

di Giancarla Ghisi

Viaggio nei laboratori francesi di Chanel, dove si mette a punto una strategia che combina la scelta dei principi attivi alla ricerca su misura per ogni donna. Nel segno dell’innovazione lanciata nel secolo scorso da Mademoiselle Gabrielle

Tutto partito da qui, nel secolo scorso. Siamo a Pantin, a nord-est di Parigi, inizialmente un piccolo agglomerato di case che, a fine ’800, si costruito attorno al canale St. Martin, trasformandosi in una zona di fabbriche e magazzini. Negli Anni 20 stata proprio Mademoiselle a scegliere questa periferia come base per la Socit des Parfums Chanel dove nato il primo laboratorio-azienda in cui sono stati formulati e realizzati i primi cosmetici dalle due C.
Ieri come oggi: nella prima sede, il brand ha potuto contare su una expertise scientifica e il savoir-faire di artigiani e produttori, oggi questo percorso si continua nel building ultramoderno con macchinari avveniristici. La filosofia per la stessa. Vogliamo parlare — spiega Armelle Souraud, responsabile della comunicazione scientifica — di un tipo di bellezza attuale che definiamo “bellezza integrativa”. In continuit con il concetto olistico immaginato in modo intuitivo da Gabrielle Chanel: che si nutre del passato, radicata nel presente e guarda con audacia al futuro.
Una proposta gi sdoganata dalla stilista che ha sempre avuto una visione globale, dove moda e bellezza devono essere al servizio delle donne. Non a caso, le ha liberate dai corsetti, ha lanciato la pelle abbronzata, ha proposto la prima fragranza N 5 con ingredienti sintetici. Forte delle sue convinzioni, tipo in un giorno triste mettete il rossetto rosso e attaccate, si preoccupata di creare una linea make up (1924) e una skincare (1927).
I primi prodotti, dal pack rigorosamente bianco con scritte in nero, sono gelosamente custoditi in teche e in bella evidenza. Molto avveniristici per quel periodo, tanto da sembrare usciti dalla catena di montaggio. l’expertise che continua a fare la differenza— racconta Nathalie Volpe, direttore internazionale innovazione ricerca e sviluppo — . Questa riunisce tecnologia all’avanguardia e artigianalit: la prima non pu mai fare a meno della seconda per essere performante e innovativa. Il centro di Pantin, negli anni, si completato con altri quattro poli dislocati negli Stati Uniti, in Giappone, in Corea del Sud e nella Cina continentale. In tutto ci sono 300 ricercatori e artigiani che condividono il loro know how in sinergia, al servizio di un’organizzazione integrativa e multidisciplinare che guarda soprattutto al futuro. In costante scambio e dialogo tra loro, sono connessi a loro volta ai vari laboratori a cielo aperto, dove si coltivano le piante da cui la maison estrae i suoi principi attivi pi importanti. Tutto sotto il nostro controllo: dichiara Volpe – dalle materie prime utilizzate alle formule e, ovviamente la produzione.
Uno dei punti che mostra quanto innovativo questo luogo il database che racchiude pi di 60mila visi di donne di tutto il mondo e indirizza le scelte di dermatologi, responsabili della formulazione, statistici, ingegneri, biologi, fitochimici, botanici, agricoltori. Queste ricerche sono complementari agli studi sulla pelle e al suo invecchiamento realizzate dal laboratorio di analisi sensoriale e pi recentemente, un dipartimento di neuroscienze.
Un ruolo importante — aggiunge Nicola Fuzzati, direttore innovazione e sviluppo ingredienti cosmetici — la scelta degli attivi. La materia prima alla quale ci affidiamo resta la natura, al massimo della sua purezza ed efficacia. Non si pu creare una forma di bellezza senza lasciarsi ispirare da ci che ci circonda, senza preservare ci che raccogliamo, nel rispetto dei principi fondamentali di responsabilit ambientale e sociale. E per estrarre le propriet delle piante senza doverle snaturare sono state sviluppate tecniche specifiche. Dal momento che ognuna di loro e ogni molecola sono uniche, necessario inventare e ricominciare.
La grande cartina geografica, appesa alla parete, ricorda la provenienza di tutte. La camellia japonica che si trova in Hydra Beauty arriva dai Pirenei, la swertia chirata, protagonista di Sublimage delle montagne dell’Himalaya in Bhutan, l’estratto di miele di ape melipona in Costa Rica. Un mondo che fa capo qui, a Pantin, dove sottolineano: La bellezza integrativa si coltiva, si costruisce ed l’espressione dello spirito libero di Gabrielle Chanel.

Nella foto, il laboratorio a cielo aperto in Costa Rica, dove l’ape melipona crea il suo miele, che un attivo di Le Lift Pro di Chanel

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19 marzo 2024 (modifica il 19 marzo 2024 | 19:10)

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