Orbetello-Rio: perché la prima rotta transatlantica è stata dimenticata dalla storia

Fu Italo Balbo, gerarca fascista, a completare nel 1930 la traversata con dieci idrovolanti Savoia Marchetti (e anche Lindbergh avrebbe voluto un aereo italiano)

di Massimo Sideri

Fu Italo Balbo, gerarca fascista, a completare nel 1930 la traversata con dieci idrovolanti Savoia Marchetti (e anche Lindbergh avrebbe voluto un aereo italiano)

Questo articolo uscito sulla newsletter di Scienza e Innovazione tecnologica One More Thing di Massimo Sideri. Per iscriversi cliccare qui.

Il primo volo di linea tra Stati Uniti ed Europa stato quasi dimenticato: venne inaugurato dalla Pan American (Pan Am) il 28 giugno del 1939. Il collegamento tra New York e Marsiglia venne venduto per 375 dollari per la sola andata, circa 8.000 dollari di oggi applicando l’inflazione (ma, in realt, molto di pi in quanto l’accesso a “8.000” dollari all’epoca era molto pi ristretto di adesso. Come insegnava l’economista Carlo Maria Cipolla l’unico modo per avere un’idea corretta sarebbe trovare il prezzo di un altro bene diffuso che faccia da parametro del potere di acquisto). La data racconta gi da sola l’intera storia: il primo settembre, poco pi di due mesi dopo, la Germania nazista invadeva la Polonia e scoppiava la Seconda guerra mondiale. L’Europa e il Nuovo Mondo avrebbero dovuto aspettarne la fine per essere ricollegate in maniera stabile per via aerea.

Comunque dodici anni prima, nel 1927, Charles Lindbergh era stato salutato come un eroe atterrando a Parigi dopo 33 ore e 32 minuti: era partito da New York per la prima trasvolata in solitaria e senza scali dell’Oceano. Un risultato tecnicamente incredibile se si pensa che il primo volo dei fratelli Wright con il Wright Flyer Type 4, nel 1903, dur appena 59 secondi e cambi la storia per sempre. E questo nonostante i folli episodi che sono emersi su Lindbergh, nazista e antisemita convinto, e suo figlio (qui un recente articolo di Paolo Valentino sulla tesi secondo cui ci fu lo stesso aviatore dietro la scomparsa e la morte del figlio).

Tuttavia c’ una piega degli eventi poco nota, una traccia sottile che porta in Sicilia: come tutti sanno Lindbergh vol con un piccolo aereo leggero chiamato Spirit of Saint Louis. Ma in realt avrebbe dovuto volare con un aereo di Giuseppe Mario Bellanca, pioniere dell’aviazione che dopo una doppia laurea a Milano in matematica e ingegneria se ne and negli Stati Uniti per trovare i fondi al suo sogno (una storia che si ripete almeno da Cristoforo Colombo, padre di tutti gli startupper in cerca di capitali di ventura esteri). Quale fosse il suo sogno detto: costruire un aereo. Lindbergh contatt la Wright per acquistare un Wright-Bellanca, ma il socio dell’ingegnere siciliano si impunt e perse la commessa. Evidentemente non era un genio degli affari: la traversata sul loro aereo gli avrebbe reso notoriet, pubblicit e anche soldi.

Comunque a Bellanca si deve il primo aereo con abitacolo chiusa. A New York nella sua scuola di volo si form anche il futuro sindaco Fiorello La Guardia, a cui oggi intitolato uno degli scali newyorkesi (non a caso, dunque). Bellanca fin anche sulla cover del Time (eccola qui).

Ma la damnatio memoriae sui progressi dell’avionica italiana non finisce qui (proprio la scorsa settimana l’Aeronautica militare ha compiuto i 101 anni, essendo stata fondata nel 1923, lo stesso anno del Cnr). C’ un’altra tappa di questa conquista dei voli transoceanici meno nota, in particolare in Italia. Ma non ovunque. Vicino al gigantesco Lago Michigan, nell’area centrale di Chicago, una via a due passi dall’Hilton attira in effetti l’attenzione: la East Balbo Drive. Quale Balbo? La domanda lecita visto che in un qualunque libro di storia ne emergono almeno due: il primo Cesare Balbo, l’amico di Camillo Benso conte di Cavour che guid nel 1848 il primo gabinetto costituzionale. Il secondo Italo Balbo, controversa figura di gerarca fascista, pioniere dell’avionica e uno dei ministri dell’Aeronautica tra le due guerre mondiali.

A Chicago il Balbo giusto Italo.

La storia di Italo Balbo particolarmente ricca di ossimori: gerarca fascista dopo essere stato di idee mazziniane e liberali da giovane, conquist un tale prestigio da essere considerato all’inizio degli anni Trenta addirittura una possibile alternativa a Benito Mussolini alla guida del Paese, una dinamica che aveva alimentato anche una teoria complottista secondo la quale sarebbe stato lo stesso Duce ad ordinare l’abbattimento del suo aereo in missione a Tobruk, in Libia, nel giugno del 1940. Venne difatti colpito dal fuoco amico. Per inciso insieme a lui venne abbattuto Nello Quilici, il padre di Folco. D’altra parte sul suo prestigio non esistono dubbi: dopo la notizia della sua morte, la Gran Bretagna — guidata da poche settimane da Winston Churchill — invi un telegramma con le condoglianze. Quasi a voler sottolineare di non esserne responsabili (Churchill stesso fu un grande appassionato di avionica e non perse mai occasione per volare). Prima del 1940 Italo Balbo si era espresso pi volte contro la guerra, non perch pacifista, ma perch riteneva che l’Italia fosse del tutto impreparata.

Tutto ci ha fatto dimenticare che, prima della Pan Am, lo stesso Balbo, come si ricorda proprio in una delle stanze pi belle del ministero dell’Aeronautica Italiana di Roma, aveva pensato di conquistare i voli transatlantici invertendo la direzione Stati Uniti-Europa. Si deve a lui l’organizzazione e la realizzazione della crociera Orbetello-Rio de Janeiro nel 1930, con arrivo il 15 gennaio del 1931 (qui la puntata di Un minuto di storia di Gianni Bisiach sull’impresa con filmati originali dell’epoca). L’idea vincente di Italo Balbo fu quella di organizzare una crociera in formazione. Ancora oggi nel linguaggio dei piloti la formazione Balbo un’espressione se non comune, almeno conosciuta.

Orbetello in Toscana sembr allora lo specchio d’acqua perfetto per farne un grande idroscalo internazionale, gemello naturale della baia di fronte a Rio. Il viaggio che cost delle vite umane, pu essere considerato a pieno un’avventura pionieristica: la flotta era composta di Savoia Marchetti S.55 dotati di motori Isotta Fraschini (la Rolls Royce del tempo). Basti pensare che la manutenzione e il cambio degli olii del motore andavano fatti all’esterno dell’abitacolo. In volo. La tratta pi lunga fu quella che port la flotta di Balbo da Bolama, sulla costa occidentale dell’Africa, a Natal, il posto pi vicino dove ammarare in Brasile: 3.000 chilometri. Uno dei voli, l’I-BOER ebbe un incidente che cost la vita all’intero equipaggio. Non c’ motivo di pensare che fu diverso il destino dell’equipaggio dell’I-BAIS, dato per disperso. Ammarare nell’Oceano voleva dire probabilmente non riuscire pi a partire. Ma la maggior parte della flotta venne graziata dalla Madonna di Loreto, considerata la protettrice dell’Aeronautica militare (in una delle sale del ministero, adiacenti a quelle che ricordano le crociere transatlantiche, ancora oggi esiste una figura della Madonna sostenuta da un braccio per permetterle di volgere lo sguardo da un’altra parte quando si pianificavano missioni di guerra).

La crociera venne ripetuta nel 1933 con l’arrivo, questa volta, sul lago Michigan. Ed ecco svelato il motivo della Balbo Drive a Chicago: la missione port lo stesso Balbo sulla copertina del Time del 1933, sei anni dopo Bellanca. Evidentemente il settimanale seguiva con grande interesse i progressi del volo, di cui i lettori erano affamati.

L’avvicinarsi della guerra e la dannazione della memoria per essere stato un gerarca fascista hanno sostanzialmente cancellato la partecipazione di Balbo a un pezzo di storia scritto poi dagli americani (in uno dei capolavori di Martin Scorsese, The Aviator, con Leonardo DiCaprio, si racconta il tentativo del petroliere Howard Hughes di partecipare alla conquista delle rotte transatlantiche vinte poi dalla potente e filo-governativa Pan American). Certo, non va dimenticato che la promettente tecnologia degli idrovolanti venne poi surclassata sul lungo raggio dall’evoluzione dei motori a reazione. Tanto da essere usata oggi solo per piccole tratte difficili. Ma rimane che Orbetello-Rio, pur non suonando come New York-Parigi, ha avuto il suo momento d’oro nella storia dell’avionica e dell’innovazione. Piccola nota: i dieci idrovolanti sopravvissuti alla traversata vennero lasciati in Brasile. Balbo e i suoi colleghi tornarono difatti in nave. Dove sono finiti? In qualche museo? Se qualcuno ne ha notizia mi scriva. Potremo cos chiudere questa storia.

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2 aprile 2024 (modifica il 2 aprile 2024 | 23:34)

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