Nel mondo esistono centinaia di specie di squali, tutti dotati di caratteristiche e di dimensioni uniche. Si va infatti dal piccolo squalo lanterna, che misura solo pochi centimetri, allo squalo balena, che è il pesce più grande degli oceani.
Per quanto siano odiati e temuti, tuttavia la loro sopravvivenza è uno degli obiettivi più importanti degli scienziati, considerando il loro fondamentale ruolo in un numero estremamente levato di ecosistemi.
A confermarlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science, che ha attestato come un oceano senza squali risulterebbe molto meno salubre e pulito, rispetto alle condizioni oggi normali, che sono già di rischio.
L’aver sterminato un numero elevato di squali nel corso degli ultimi decenni ha infatti già provocato un grave disturbo ecologico in moltissimi ecosistemi marini, in particolare in quelli posti in prossimità delle coste, dove gli effetti ambientali sono più marcati e facilmente visibili.
Come fanno però gli squali a mantenere un ecosistema efficiente e pulito? Per capirlo basta osservare con una certa frequenza la praterie di fanerogame marine, come la Posedonia oceanica. Senza squali, gli erbivori aumenterebbero di numero, provocando un incremento nel pascolamento, che comporterebbe il sovrapascolo e l’eradicazione della prateria marina.
Alcuni squali filtratori, invece, come lo squalo balena, puliscono le correnti dai detriti organici galleggianti, che alla lunga potrebbero rendere inabitabili alcune regioni.
Qualora gli squali si estinguessero, in breve, gli effetti sugli oceani sarebbero davvero devastanti, provocando una estinzione su larga scala che provocherebbe un grave danno alla biodiversità mondiale.
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