All’inizio di dicembre, IBM e Meta hanno lanciato l’AI Alliance insieme ad una cinquantina di altre istituzioni del mondo dell’hi-tech: si tratta di un’organizzazione di sviluppatori e ricercatori pensata per la promozione di un’IA etica e responsabile. Ma cos’è e come funziona esattamente la AI Alliance? Ecco ciò che sappiamo per il momento.
Come spiega un comunicato stampa di IBM risalente al 5 dicembre scorso, la AI Alliance è una coalizione internazionale di 50 organizzazioni, che tra le altre comprende colossi del calibro di AMD, Intel, Meta e IBM, ma anche il CERN di Ginevra, la NASA e l’Università di Harvard, spaziando dunque dall’industria al mondo dell’università e della ricerca, fino alle istituzioni governative nazionali e internazionali. L’obiettivo è quello di creare un’“innovazione aperta e un utilizzo aperto dell’IA nella scienza“.
Leggendo tra le righe, possiamo vedere una pesante critica al concetto di IA propugnato da OpenAI e da Google con i rispettivi Chatbot, considerati due ecosistemi eccessivamente chiusi. Al contrario, l’AI Alliance promuove un’IA open-access, in cui tutti i dati relativi ai modelli linguistici e ai dataset utilizzati per l’apprendimento dell’Intelligenza Artificiale devono essere disponibili a chiunque. Al contrario, al momento i database di ChatGPT e di Google Bard restano ancora inaccessibili per il grande pubblico.
Non è dunque un caso che compagnie come Meta facciano parte della AI Alliance: al momento, infatti, Meta è l’unica Big Tech a proporre un’IA open source, con tutti i benefici (e i rischi) del caso. “Crediamo che l’IA migliore sia quella sviluppata in open-source: più persone possono accedere ai suoi benefici, costruire prodotti innovativi e lavorare sulla sua sicurezza”, ha spiegato Nick Clegg, Presidente della sezione Global Affairs della compagnia di Mark Zuckerberg.
Accanto alla promozione della promozione della ricerca open-source sull’IA, la AI Alliance si impegna anche per l’IA “responsabile” ed etica: non è dunque un caso che l’organizzazione si stia occupando dello sviluppo di standard di benchmark e di valutazione per le Intelligenze Artificiali, sfruttando anche la collaborazione con piattaforme di testing per l’IA come Hugging Face, MLPerf e LangChain.