Urania presenta il capolavoro della stella nascente della fantascienza americana, la cui narrativa è incentrata su un futuro ottimista, in cui robot e umani sono fratelli.
Vincitore del premio Hugo nel 2022, nella categoria romanzo breve, Un salmo per il robot (A Psalm for the Wild-Built, 2021, Urania n. 1722, Mondadori, gennaio 2024, traduzione di Annarita Guarnieri) di Becky Chambers, scrittrice statunitense, è un piccolo capolavoro appartenente al filone che negli Stati Uniti è denominato cosy o cozy sci-fi o anche cosypunk. Di che si tratta? Di un tipo di fantascienza rassicurante, “accogliente” se vogliamo utilizzare la traduzione in italiano della parola inglese cosy. Un genere di storie in cui, al di là dell’ambientazione che può essere a bordo di un’astronave o su un pianeta alieno, si racconta lo svolgersi della vita quotidiana, dove non ci sono eroi o superuomini, ma persone semplici. Una fantascienza dei buoni sentimenti, intrisa di ottimismo, speranza e solidarietà. Ma non per questo soporifera, anzi.
In Un salmo per il robot, ad esempio, il protagonista si chiama Sibling Dex, un monaco del tè (un personaggio non binario) che vaga nei villaggi vicino all’unica città di Panga, un pianeta simile alla Terra. Ascolta i problemi della gente, lasciando che le persone si sfoghino e offrendo loro, alla fine, una differente miscela di tè per ognuna, come una sorta di rito catartico. Un giorno, lasciando le strade principali con il suo carro, Dex s’imbatte in Mosscap, il primo robot che un uomo incontra dopo duecento anni, da quando gli automi, creati e utilizzati dagli umani come strumenti di lavoro, presero consapevolezza della loro esistenza e decisero di lasciare l’umanità per dedicarsi alla contemplazione della natura o comunque ad altre attività. Per questo, i robot si rifugiarono nelle cosiddette terre selvagge, dove gli umani non si avventuravano. Quando Dex incontra Mosscap, il robot fa a Dex una domanda: di cosa hanno bisogno gli umani? Naturalmente, non esiste una risposta semplice a questa domanda e il racconto esplora il rapporto fra l’automa e l’uomo. I due, infatti, intraprendono un viaggio che li porterà in un antico eremo.
Il romanzo è composto essenzialmente dalle conversazioni tra Dex e Mosscap, sui robot e sulla società umana, sulla storia e l’ecologia, sulla filosofia, il desiderio e gli obiettivi che l’umanità si è posta.
La Chambers ribalta completamente la concezione del robot che si è radicata nella fantascienza a partire da uno scrittore come Isaac Asimov: i robot non sono più al servizio degli umani, ma sono una vera e propria razza senziente. Per qualche scherzo del destino o della scienza, hanno acquisito consapevolezza di sé secoli fa e se ne sono andati, in massa, dicendo all’umanità che un giorno sarebbero tornati. Questa partenza e questa promessa erano da tempo diventate un mito per tutti gli uomini, che ormai erano convinti perfino della loro estinzione. E invece sono sempre stati su Panga, nascosti, a trascorrere le loro giornate osservando il ciclo di vita degli uccelli o degli insetti, oppure a guardare la crescita delle stalagmiti in una caverna. Si accontentano di vagabondare e di essere tutt’uno con la natura selvaggia in cui hanno costruito la loro casa.
È questa l’essenza del cosypunk, un filone che è molto vicino sia al solarpunk, dove un futuro positivo è descritto attraverso la lente dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili, sia del genere pastoral science fiction, in cui l’ambientazione non solo è sempre improntata all’ottimismo sul futuro dell’umanità, ma la cui ambientazione è tipicamente bucolica e rurale. Ma la narrativa della scrittrice americana è stata anche etichettata come hopepunk, unione di due termini che non potrebbero essere più distanti, ovvero “speranza” e “punk”.
Una buona parte della fantascienza moderna, dunque, non solo sembra gettare lo sguardo a un futuro progressista e moderatamente tecnologico, ma improntato anche a un ritorno a visioni positive, in cui riappaiono in primo piano valori come la solidarietà, la difesa della natura, il rispetto per tutte le forme viventi, anche quelle che sembrano insignificanti, la cura per l’ambiente. Un mondo in cui offrire aiuto agli altri è la cosa più normale del mondo, come fa Dex che con una buona tazza di tè e lì che ascolta i problemi degli altri, senza giudicare.
Una fantascienza che sembra piacere a un gran numero di lettori, tenendo conto che i pochi romanzi all’attivo della scrittrice californiana sono già stati nominati ai principali premi del settore, quali il Premio Hugo, l’Arthur C. Clarke Award e il Baileys Women’s Prize for Fiction. Sempre appartenenti al genere cosypunk, della Chambers sono stati pubblicati in Italia da Fanucci Editore i romanzi Il lungo viaggio (The Long Way to a Small, Angry Planet, 2015) e L’orbita ordinaria (A Closed and Common Orbit, 2016), appartenenti alla serie Wayfarers che si è aggiudicata il Premio Hugo nel 2019 e che comprende anche i romanzi Record of a Spaceborn Few (2018) e The Galaxy, and the Ground Within (2021), inediti in Italia.
Una scrittrice che vale la pena tenere d’occhio.