Polemica alla Biennale di Venezia: raccolte 12mila firme per escludere Israele

La lettera di artisti, curatori e docenti denuncia il «genocidio» a Gaza. La replica del ministro Sangiuliano: «Inaccettabile, l’esposizione è uno spazio di libertà»

di Paolo Conti

La lettera di artisti, curatori e docenti denuncia il genocidio a Gaza. La replica del ministro Sangiuliano: Inaccettabile, l’esposizione uno spazio di libert

Il conflitto in Medio Oriente entra clamorosamente sulla scena della 60 Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia curata dal brasiliano Adriano Perosa e intitolata Stranieri ovunque/Foreigners everywhere.

Una lunga lista di artisti, curatori di rassegne, docenti e studenti di arte e architettura ha sottoscritto una lettera-appello coordinata da Anga/Art Not Genocide Alliance per chiedere l’esclusione di Israele e del suo Padiglione nazionale dalla rassegna veneziana che si aprir il prossimo 20 aprile. Come riporta
artribune.com,
ieri sera le firme erano pi di 12.000, come si vede su anga.live.

C’ il vincitore del Turner Prize 2023, lo scultore inglese ma residente a Berlino Jesse Darling, che espose a Venezia nel 2019. C’ Carolyna Caycedo, della Colombia, Biennale 2003. E poi Meriem Bennani (marocchina, residente a New York, presente quest’anno nelle esposizioni della Fondazione Prada). C’ Naeem Mohaiem, inglese di radici bengalesi, Biennale 2015. E Frieda Toranzo Jaeger, artista tessile tedesca, invitata e quindi presente quest’anno. C’ Katia Novitskova, Estonia, che anim il padiglione estone nella Biennale 2017. Tra gli italiani, l’artista Cesare Petroiusti, la curatrice Emilia Giorgi, Giulia Albarello del Museion di Bolzano, Lucrezia Cippitelli, docente di Estetica a Brera.

Durissima e inequivocabile la reazione del ministro della Cultura,

Gennaro Sangiuliano: inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat

di chi ritiene di essere il depositario della verit e con arroganza e odio pensa di minacciare la libert di pensiero e di espressione creativa in una Nazione democratica e libera come l’Italia. Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte ma ha il dovere di dare testimonianza al suo popolo proprio in un momento come questo in cui stato duramente colpito a freddo da terroristi senza piet. La Biennale sar sempre uno spazio di libert, di incontro e di dialogo e non uno spazio di censura e intolleranza. La cultura un ponte tra le persone e le nazioni, non un muro di divisione.

Quindi nessuna possibilit che la richiesta venga accolta. Anche perch i padiglioni nazionali, che appartengono ai singoli Stati, non dipendono dalla direzione della Biennale ma lavorano autonomamente con fondi, artisti e curatori decisi dalle singole nazioni.

Ecco cosa si legge nell’appello: No al Padiglione del genocidio alla Biennale. Mentre il mondo dell’arte si prepara a visitare il diorama dello Stato-nazione ai Giardini, noi diciamo che inaccettabile che l’arte rappresenti uno Stato impegnato in atrocit continue contro i palestinesi di Gaza. La pi alta corte del mondo, la Corte Internazionale di Giustizia, ha affermato che Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio contro i palestinesi di Gaza. La Corte ha emesso misure provvisorie che intimano a Israele di cessare qualsiasi atto di genocidio a Gaza. L’assalto di Israele a Gaza, che dura da mesi e in realt da molti decenni, continua nonostante tutto, mentre i suoi leader proclamano di essere al di sopra del diritto internazionale e pubblicizzano audacemente il loro intento genocida.

Per i firmatari la richiesta di riconoscimento delle atrocit commesse dai partecipanti non sono senza precedenti. Dal 1950 al 1968 per la diffusa condanna globale e degli appelli al boicottaggio, il Sudafrica dell’Apartheid fu scoraggiato dall’esporre e messo da parte quando la Biennale assegn gli spazi. Il Sudafrica non fu riammesso fino all’abolizione del regime dell’apartheid nel 1993. Nel 2022 la Biennale ha condannato l’inaccettabile aggressione militare da parte della Russia.

Per i sottoscrittori grave il silenzio della Biennale sulle atrocit di Israele contro i palestinesi: siamo sconvolti da questo doppio standard, qualsiasi lavoro che rappresenti Israele costituisce un’approvazione delle sue politiche genocide.

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27 febbraio 2024 (modifica il 27 febbraio 2024 | 22:22)

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