C’è un ‘rifugio sicuro’ al quale ogni buon videogiocatore fa ciclicamente ritorno tra una partita e l’altra: ci riferiamo a tutti quei titoli dai quali non sappiamo staccarci e dei quali non riusciamo a stancarci, nemmeno dopo avervi trascorso centinaia (se non migliaia) di ore.
Alcune esperienze interattive, d’altronde, sono costruite con l’intento di risucchiarci per anni nei loro universi digitali, mentre altre riescono a catturarci quel tanto che basta da indurci a completarne la campagna principale, salvo poi indurci a riprendere la partita dopo mesi o anni con una ‘seconda run’.
In base a una ricerca condotta da Hearts & Science, i videogiochi sono un nuovo modello di coinvolgimento sociale: non c’è da sorprenderci, quindi, se molti appassionati finiscono con l’affezionarsi a un determinato titolo fino al punto da non abbandonarlo per anni. Il rapporto che si instaura tra un giocatore e il suo titolo preferito assume contorni sempre diversi in base agli utenti: c’è chi fa ritorno di tanto in tanto negli universo digitali più ‘nostalgici’, mentre altri trasformano questo legame in una vera e propria routine quotidiana.
C’è chi, ad esempio, non riesce a staccarsi da Civilization o Football Manager e chi, allo stesso modo, non si stanca mai di ripetere le medesime azioni nelle arene digitali di League of Legends o Diablo. E che dire allora dei cosiddetti robuelike (e roguelite) dalla rigiocabilità infinita come Hades e Vampire Survivors? Se visto in quest’ottica, anche il successo incrollabile di titoli come FIFA e Pro Evolution (evolutisi negli anni in EA Sports FC ed eFootball) in mercati come quello italiano trova una facile giustificazione, e lo stesso dicasi per l’importanza di serie come Call of Duty o di esperienze action ruolistiche come i soulsborne.
La realtà è che tutti noi appassionati di videogiochi, in un modo o nell’altro, abbiamo dovuto confrontarci con il ‘lato eterno del gaming’, quasi fosse un poltergeist che decine autonomamente quando e come manifestarsi. Dai gestionali agli strategici, passando per i puzzle arcade, i cosiddetti gacha game e i simulatori (sportivi o di guida), non c’è un singolo genere videoludico che sfugge a questo fantasma birichino e all’influenza che riesce a esercitare fino a spingersi a pronunciare ciclicamente una frase che ha ormai assunto i toni di un vero e proprio mantra: ‘Ancora una partita!’.
Come di consueto, servitevi pure della bianca lavagna dei commenti per farci sapere che cosa ne pensate al riguardo e condividere con il resto della community la vostra esperienza con i videogiochi che avete giocato mille volte senza mai stancarvi.
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