di PAOLO DI STEFANO
Marted 9 aprile esce il romanzo di Chiara Bianchi Il canto della fortuna (Salani) su Angelo e la sua famiglia. In orfanotrofio a 8 anni, cre un impero non solo editoriale, fino all’Oscar con 8 di Fellini nel 1964
una storia che corre via in scioltezza, Il canto della fortuna di Chiara Bianchi (Salani), la saga romanzesca della famiglia Rizzoli dalla nascita fino alla morte dell’editore-capostipite, Angelo, avvenuta nel 1970. Un racconto quasi secolare di vicende private e insieme pubbliche che narra una vita di successo nell’Italia del secolo scorso. I leoni di Lombardia? Siamo a Milano nel 1889 quando viene al mondo Angiuln, terzo figlio di Giuditta Tamburini, stiratrice e portinaia, rimasta vedova di Angelo, che angosciato dalla miseria si tolto la vita tre mesi prima. A 8 anni il bambino, scalzo e stracciato, finisce in orfanotrofio, ai Martinitt, da cui uscir dieci anni dopo con la licenza elementare e con un mezzo tirocinio da tipografo, folgorato dall’odore di inchiostro.
Da qui in poi l’ascesa irresistibile, con molta determinazione e pochi incidenti di percorso nonostante le intemperie della storia e qualche soffertissima disgrazia familiare (la morte di una sorella e poi di una figlia omonime). Angiuln comincia a lavorare con lo stampatore Ugolino Marucelli, abbastanza per risparmiare qualcosa e per capire che non gli piace stare sotto padrone. Ha vent’anni quando compera una pedalina e una platina da un venditore tedesco anticipando cinquecento lire in contanti e promettendogli il resto in cinque anni. Trova uno stanzone in via Cerva, si infila una matita sull’orecchio e d’ora in poi, il padrone sar lui, prima in societ con l’amico Pizio, poi da solo. Con la A. Rizzoli & C. cambia la vita. Cambia la vita anche la mattina in cui butta la sigaretta e varca la soglia della tipografia Marzorati. L trova la prima commissione (stampa di manifesti) e conosce la tusa Anita, detta Anna, figlia del capo e futura moglie di Angelo, che conosceremo come personaggio di grande fascino e pazienza verso un uomo non sempre sopportabile e non solo per l’ossessione del lavur e dei dane, ma anche per qualche vizietto, dai casin all’attrazione fatale per le giovani attrici: la passione da rotocalco per Myriam Bru non lo lascer.
Una vita fortunata nonostante tutto, si diceva. Nonostante la guerra, in cui Rizzoli, da poco padre di Andrea, viene arruolato a Marostica come conducente di ambulanze. Difficile dire dove finisce la documentazione di cui si serve l’autrice, che gestisce con abilit il racconto pur essendo alla prima esperienza narrativa (qualche difetto, forse, nell’uso del colore dialettale), e dove comincia l’immaginazione: per esempio quando vengono rievocate le giornate belliche, la paura, la nostalgia di casa, il rammarico dell’assenza quando nasce la secondogenita, la notte di tregenda in cui viene a sapere della morte di sua madre. Chiara Bianchi vuole farci sentire l’aria del tempo, aprendo spesso l’obiettivo al contesto storico: ecco Caporetto sullo sfondo dell’incontro decisivo di Rizzoli, congedato, con l’editore d’arte Calogero Tumminelli. Le macchine cominciano a girare a ritmi forsennati per stampare cartoline, cataloghi, calendari, e nel novembre 1931 il re nomina Rizzoli Commendatore dell’Ordine della Corona. Da allora sar il Commenda persino per i suoi nipoti.
La geografia milanese abitata da Rizzoli lo specchio della ricchezza crescente. Con la terzogenita, la famiglia si sposta sempre pi verso il Quadrilatero, fino a occupare le sessanta stanze di via del Ges. Altri appartamenti e palazzi centrali si aggiungono. Si moltiplicano le residenze della villeggiatura: dagli anni Trenta la villa liberty di Canzo, alta Brianza, un immenso parco ricco di statue e tempietti, un laghetto, un galoppatoio, campi da tennis e di bocce, un teatro in stile greco. Per non dire di Ischia, dove Rizzoli stacca assegni milionari per restaurare le terme, per progettare un ospedale nuovo (lo intitoler ad Anna), per erigere alberghi di lusso in cui ospitare le star internazionali (lo sci con Enrico Mattei, Charlie Chaplin, Liz Taylor, Alfred Hitchcock…).
L’ex ragazzino scalzo non dimentica i Martinitt (ne sar benefattore negli anni). questa memoria resistente a tenerlo con i piedi per terra, a fargli controllare in prima persona le uscite e le entrate, a fargli alzare la voce di fronte allo spreco, alle luci lasciate accese in ufficio. Se ha un fascino, Angeln, nel non voler affascinare n risultare simpatico (in questo un anti-Berlusconi), nel misurare sempre la distanza tra ci che pu e ci che vuole fare (anche esagerando per megalomania): vorrebbe un quotidiano, ma desiste dopo aver speso 5 miliardi. Il risultato comunque che quell’uomo ignorante per sua stessa ammissione, che non ama leggere ( stato folgorato in giovent dall’Incompreso per ovvia identificazione), cos spesso rozzo se non brutale, una sorta di padrone delle ferriere, Rizzoli finisce per rientrare a pieno titolo tra i grandi editori italiani di riviste e poi di libri, con l’alone internazionale acquisito grazie al cinema. la stessa tempra di Arnoldo Mondadori, concorrente-avversario chiamato il gangster, al quale, ricambiato, cerca di sottrarre autori e idee. L’idea geniale della Bur viene infatti dal transfuga Luigi Rusca, e dal 1949 sar un trionfo. Ogni giro di rotativa lo fa godere perch sono soldi che gli entrano in tasca.
Il fiuto umano e culturale si somma all’imprevedibilit tanto costruttiva quanto distruttiva. Determinato al punto da far risistemare in pochi giorni, nell’agosto 1943, gli stabilimenti bombardati di piazza Carlo Erba: Tra una settimana dobbiamo tornare a stampare!. Oscillante nelle cose pubbliche, per esempio rispetto al fascismo, cos come nei rapporti affettivi: taccagno e generoso. Il primogenito Andrea fatica ad aprire varchi di fiducia nel muro di un padre che lo chiama pirla picchiando pugni sulla scrivania. Ma alla fine, anche a costo di litigi epici, Andrea riuscir a coronare il sogno di vincere campionati e coppe con il Milan, di cui sar presidente contro l’ostilit paterna.
Nonostante il caratteraccio, Rizzoli attrae a s collaboratori e autori devoti, pur tenendoli sempre sulla corda fino a farli piangere. Il romanzo della sua vita anche una storia della cultura italiana. Con un vorticare di figure straordinarie viste da vicino. L’amico Pietro Nenni, prodigo di consigli. E poi gli scrittori, ammirati e maltrattati: Marotta, Zavattini, Mosca, Guareschi, Longanesi, Montanelli, che si giover della sua magnanimit, e Oriana Fallaci. Naturalmente Fellini, grazie al quale, come produttore, toccher il cielo con un dito nel 1964, con l’Oscar a 8 . Il libro si apre con i due amici in volo sull’Atlantico. Poteva immaginare, il Commenda, che il suo regno sarebbe finito a Segrate? Forse s, se spieg davvero al suo autista: Io costruisco, mio figlio mantiene, i nipoti distruggono. la regola.
7 aprile 2024 (modifica il 7 aprile 2024 | 19:47)
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