La nostra curiosità potrebbe provenire dai pesci ed essere uno dei motori dell’evoluzione

Un nuovo report ha appena chiarito che il comportamento esplorativo e la curiosità possono essere un fattore molto importante dell'evoluzione.Siamo abituati a pensare che l'evoluzione della vita segua una linea prestabilita, che porta gli organismi più adatta…

Siamo abituati a pensare che l’evoluzione della vita segua una linea prestabilita, che porta gli organismi più adattati all’ambiente ad evolversi e a sviluppare nuove strategie per affrontare nuove e vecchie sfide. Tuttavia questa è una visione semplicistica dell’evoluzione./b>

Darwin stesso chiarì, all’interno dei suoi saggi, che l’evoluzione non segue sempre la via più ovvia e semplice per permettere agli organismi di adattarsi a un problema. Inoltre non sempre le specie evolvono in maniera graduale o in maniera facilmente percettibile, come possono confermare tutti gli studiosi che analizzano le specie criptiche. Gruppi di animali così uguali a loro stessi da essere stati scambiati per anni come appartenenti alla stessa specie.

Un nuovo report, pubblicato sulla rivista Science, ha però ulteriormente complicato il quadro, chiarendo come uno dei motori principali dell’evoluzione – oltre alla competizione tra le specie, all’ambiente e alla competizione sessuale – è la curiosità innata degli organismi.

Come è infatti possibile leggere all’interno del comunicato stampa rilasciato contemporaneamente all’articolo, gli scienziati credono che determinate specie animali sono andate incontro a molteplici eventi di speciazione – e di pari passo all’evoluzione – per via della loro curiosità e del loro comportamento esplorativo. Andare infatti alla ricerca di nuovi ambienti e di nuove risorse può portare gli organismi a scovare diverse nuove tipologie di habitat, che spingono al cambiamento.

Per confermare questa ipotesi, gli scienziati hanno analizzato uno dei gruppi di organismi più “diversi” in assoluto: i pesci ciclidi che abitano i fiumi e i laghi dell’Africa centro occidentale.

“I ciclidi del Lago Tanganica in Africa mostrano una straordinaria diversità in termini di forma, dieta, habitat e colorazione. Ciò consente loro di occupare varie nicchie ecologiche e quindi di impegnarsi in una minore concorrenza tra loro” hanno chiarito i ricercatori all’interno del loro comunicato stampa.

A guidare questa ricerca è stato il team del professor Walter Salisburgo, docente di biologia animale dell’Università di Basilea. Per nove mesi, questo team ha seguito il comportamento esplorativo di 57 specie diverse di ciclidi, che si sono distinti per via della loro propensione per l’esplorazione.

Per seguire questi animali, gli scienziati hanno dovuto usare microtelecamere ed effettuare centinaia di ore di riprese, aventi come protagonisti 700 pesciolini catturati dal lago Tanganica (ognuno di essi era stato ripreso per un minimo di 15 minuti).

Alla fine, gli scienziati si sono resi conto che le specie che tendevano ad esplorare di più avevano delle mutazioni genetiche che li predisponevano a nuotare più lontano e più a lungo, geni che a loro volta li collegavano direttamente ad altre specie, che avevano queste caratteristiche. Questo comporta che la tendenza ad esplorare – quanto meno nel lago Tanganica – è una caratteristica ereditaria dei ciclidi, visto che di fatto si tratta di un buon adattamento per ricavare più spazio, riserve alimentari e possibilità di riprodursi.

“Nel complesso, sono state osservate grandi differenze nel comportamento esplorativo tra le specie di ciclidi, e queste differenze sono state confermate anche in condizioni di laboratorio” hanno chiarito i ricercatori. Ad esempio, le specie che vivono vicino alle coste sono più curiose delle specie allungate che vivono in acque libere, chiarendo come il comportamento animale – e in questo particolare caso la curiosità – sia una forza trainante dell’evoluzione.

Tra l’altro, sembra che la mutazione riscontrata nel gene cacng5b, fondamentale per il cervello dei pesci e che porta i ciclidi più curiosi ad evolversi, sia molto simile alla struttura base di una variante dello stesso gene, presente negli altri vertebrati. Gli scienziati stanno quindi cercando di determinare se questa tipologia di geni possa essere responsabile dell’innata curiosità umana e di alcune malattie psichiatriche, come la schizofrenia.

I ciclidi sono ben conosciuti all’interno della comunità scientifica. Sono fra gli animali più studiati dagli zoologi e dai biologi evolutivi e sono noti per essere fra i vertebrati con il maggior numero di specie.

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