Grazie ad una presentazione e ad una manciata di chiacchiere con il team di sviluppo, abbiamo scoperto qualcosa in più su questo affascinante gioco investigativo.
Annunciato all’inizio di quest’anno, Nobody Wants to Die si è dimostrato fin da subito come un titolo estremamente affascinante e, a dirla tutta, anche eccessivamente avvolto nel mistero per quanto riguarda il suo gameplay. Ambientazione futuristica alla Blade Runner, stile artistico con qualche reminiscenza di BioShock, un concept investigativo interconnesso con una qualche gestione del tempo e chissà cos’altro ancora.
A lavorare sul progetto ci sono i ragazzi di Critical Hit Games: team polacco praticamente ai suoi albori (la nascita è segnata nel 2020), ma che vede tra le sue fila alcuni veterani del settore che si sono fatti le ossa con diversi Tripla A a fortissima trazione narrativa e soprattutto che punta a rimanere di dimensioni molto piccole per cercare di rimanere nei confini di una software house indipendente che punta in alto, ma non vuole rischiare di strafare.
Il titolo d’esordio è al momento previsto per un generico 2024 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S e in occasione della Summer Game Fest abbiamo avuto l’opportunità di avere un assaggio più approfondito delle sue dinamiche e soprattutto del suo gameplay, che si discosta parecchio dall’idea che ci eravamo fatti e potrebbe sorprendere anche voi che state leggendo queste righe. Tra l’altro, la presentazione è stata accompagnata anche da una chiacchierata (troppo breve!) con due delle persone alla guida del team che hanno cercato di dissolvere alcuni dei nostri dubbi.
Siamo a New York, nel 2329
L’ambientazione di Nobody Wants to Die è spiccatamente futuristica, ma con un interessante punto di vista che rende lo scenario fortemente distopico e inquietante.
Sullo sfondo di una New York del 2329, la cui skyline è popolata da grattacieli capaci di svettare ben al di sopra delle nuvole, ci ritroveremo coinvolti in alcuni drammatici omicidi che sembrano sfruttare una serie di deficienze e devianze di una visionaria tecnologia capace di garantire una (effimera) immortalità alla popolazione umana più abbiente.
Il futuro dell’uomo raccontato nel titolo di Critical Hit Games è imperniato su un avanzamento scientifico che permette di trasferire la memoria, le sensazioni e gli stati d’animo da un corpo all’altro sbloccando, di fatto, la possibilità di sopravvivere all’infinito. A patto che si abbiano le risorse necessarie a questo transfer. Per avere infatti accesso a questa opportunità, è necessario pagare una sorta di polizza vita ad un costo proibitivo che garantisce ai sottoscrittori di avere libero accesso a corpi umani congelati in un perfetto stato di conservazione.
Chi invece non ha accesso alle risorse finanziarie per pagare questo abbonamento all’immortalità, allo scoccare dei 21 anni viene privato di qualsiasi diritto e libertà fino a perdere il possesso del suo corpo che viene ibernato e messo all’asta per chi è invece coperto dalla polizza, diventando una sorta di schiavo per l’eternità.
In questa distopia davvero inquietante, si muove il nostro protagonista, James Karra, un detective del Dipartimento per la Mortalità che dovrà risolvere un caso particolarmente difficile sfruttando dispositivi molto sofisticati capaci di analizzare la scena del crimine e manipolare il tempo per scovare dettagli nascosti e ricostruire l’accaduto. Nei panni di James non saremo soli e avremo a supportarci una giovanissima poliziotta, Sara Kai, che dalla distanza, in collegamento radio, ci aiuterà ad analizzare gli avvenimenti e, stando a quanto visto, anche a prendere alcune, difficili decisioni in merito all’esito delle nostre indagini.
La storia, da quel poco che siamo riusciti a carpire durante la nostra chiacchierata con il team, sarà lineare e seguirà un preciso arco narrativo messo in piedi dagli sviluppatori, ma ci consentirà di effettuare alcune scelte nel corso degli scenari. Scelte e decisioni che avranno piccole ripercussioni su alcuni aspetti secondari della narrazione e sui rapporti tra i comprimari sfociando, nella conclusione, anche in finali differenti che approfondiranno alcuni quesiti esistenziali sulla natura umana e sui limiti dei nostri corpi che, spesso, confliggono con il potenziale del cervello.
Attenzione: non è un action!
La primissima idea che ci eravamo fatti di Nobody Wants to Die in occasione del trailer di annuncio, era di un action a tinte noir ambientato in scenari artisticamente ispirati all’Art Deco. Una sorta di incrocio ideale tra un Max Payne e un BioShock sia in termini visivi che di dinamiche di gameplay.
In realtà, la nuova presentazione a cui abbiamo assistito ci ha permesso di comprendere molto meglio che il progetto di Critical Hit Games è in realtà un adventure molto classico, con visuale in prima persona e un imponente focus sull’esplorazione dello scenario alla ricerca degli indizi necessari a portare avanti la narrazione e permettere l’utilizzo del marchingegno che permette di manipolare il tempo e rivedere davanti ai nostri occhi come il crimine è stato compiuto.
Il team stesso ha più volte parlato di un walking simulator fortemente ispirato ai migliori esponenti del genere: Observer, What Remains of Edith Finch, Firewatch, tutti titoli che i ragazzi di Critical hanno preso in considerazione per cercare di offrire il perfetto mix tra interazione e storia narrata, offrendo al giocatore la possibilità di agire costantemente sullo scenario attraverso alcuni degli strumenti a disposizione del detective, ma al contempo ascoltando i numerosi dialoghi che Karra farà tra sé e sé o via radio con i suoi colleghi per cercare di arrivare in fondo alla vicenda.
Non ci saranno sparatorie e le componenti puzzle, per quanto presenti, saranno sempre molto semplici da svolgere: il giocatore non dovrà interrogarsi eccessivamente sul da farsi perché l’obiettivo non è risolvere enigmi ma, per l’appunto, godersi una bella storia che viene dipanata nel corso della nostra attività agendo con costanza sulla scena e venendo talvolta coinvolti anche in sequenze rocambolesche e più “d’azione”, ma sempre rigorosamente decise e delineate dal team di sviluppo.
In un mercato come quello odierno, così dominato da esperienze enormi, spesso open world, talvolta virtualmente eterne grazie al multiplayer, Nobody Wants to Die, non avrà sicuramente vita facile, ma non possiamo nascondere di essere rimasti davvero affascinati dall’ambientazione e dal ritmo della narrazione e anche ascoltando le parole dello sviluppatore è chiaro che ci sia una importante presa di coscienza del target ideale di questa esperienza: un pubblico adulto che vuole un’esperienza immersiva, con una storia originale e una tensione palpabile e che si possa esaurire in 8 ore di gioco senza inutili dilatazioni o fastidiose diluizioni.
Se i ragazzi di Critical Hit Games avranno colpito nel segno come il loro nome lascia presagire, lo scopriremo a partire dal 17 luglio, quando Nobody Wants to Die arriverà sul mercato nelle versioni PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
Nobody Wants to Die è un titolo che ci aveva colpito fin dal suo trailer d’esordio e averne saputo di più ci ha permesso sia di aggiustare le nostre aspettative, sia di renderci conto delle effettive potenzialità di un progetto che appartiene, di fatto, al genere delle avventure e si fa forte di un’ambientazione distopica di sicuro fascino. Chiaramente non sarà un’esperienza per tutti, ma chi cerca un investigativo con qualche puzzle e un po’ di meningi da spremere, potrebbe avere finalmente qualcosa da tenere sott’occhio. Ne riparliamo tra un mesetto circa.
CERTEZZE
- Ambientazione distopica molto affascinante
- Artisticamente ha personalità
DUBBI
- Il gameplay non sembra particolarmente profondo
- Dovrà trovare il giusto bilanciamento tra dialoghi, esplorazione e interattività