Cucina napoletana gourmet, sfida fra tradizione e innovazione

"Presto amplieremo il locale ma l'obiettivo resta identico: valorizzare ciò che abbiamo, le eccellenze della nostra terra, presentare la nostra cucina in chiave gourmet con prodotti a chilometro zero. E' la sfida che sto tentando di portare avanti". (ANSA)

“Presto amplieremo il locale ma
l’obiettivo resta identico: valorizzare ciò che abbiamo, le
eccellenze della nostra terra, presentare la nostra cucina in
chiave gourmet con prodotti a chilometro zero. E’ la sfida che
sto tentando di portare avanti”. Così lo chef Mariano Armonia,
36 anni, spiega all’ANSA la sua ‘filosofia’. Con ‘Armonì’ sul
lungomare di Pozzuoli ripropone – da un’idea condivisa col socio
Giovanni Russo – i piatti della tradizione “delle mamme e delle
nonne”, una cucina solo di terra (“una scelta precisa dal
momento che nella zona già vi sono ristoranti che propongono
piatti di mare” dice) rivisitata in chiave gourmet. “Importante
è intendersi sul significato di questa parola – afferma – a mio
giudizio il termine significa mangiare bene col giusto
equilibrio e con prodotti di eccellenza del territorio. E’
impensabile utilizzare prodotti che arrivano da altre aree con
un territorio come la Campania ricco di prelibatezze. Nel
Napoletano, in particolare, grazie al terreno vulcanico vi è una
contaminazione unica”.

   
Mariano coltiva la sua passione da piccolo, da quando aveva
14 anni. Figlio dell’attore Enzo, esperienze tra il Capri
Palace, il Riccio, il Quisisana e L’Altro Cocoloco, apre un
locale tutto suo nel 2017 proponendo piatti di mare. E ora si
misura con la ‘trattoria gourmet’ rivisitando la cucina classica
napoletana: “Dobbiamo mettere in pratica la nostra cultura nel
settore e offrirla con orgoglio al cliente” dice. Nove
dipendenti, 42 posti ma fra una ventina di giorni diventeranno
70, nel menu di ‘Armonì’ vi sono, per citare alcuni piatti,
‘Nera…no’ (vermicelli al nero di carbone vegetale con dolci
zucchine dei Campi Flegrei, pecorino e parmigiano), pizza di
mozzarella, pane cafone fritto, ‘Il ricordo di una genovese
(cappelletto ripieno di genovese alla cipolla di Montoro), ‘Era
il ragù di mammà’ (piramidi ripiene di braciola su ragù
napoletano cotto per 12 ore), ‘A Puveriello’ (spaghettone con
uova in tegame, sugna, pecorino romano, pepe e bottarga di
tuorlo d’uovo), ‘Scarpariello’ (vermicelli con pomodorini,
pecorino romano, basilico, un tocco di ragù napoletano e scorza
di formaggio disidratato). All’insegna della carne i secondi
come la Costata Pezzata Rossa e l’entrecote argentina. Antipasti
e contorni nel segno della tradizione così come i dolci (ad
esempio, Tris di babà e Caprese al limone).

   
“Bisogna abbinare sempre più enogastronomia e turismo – dice
il giovane chef, sposato e con una figlia – per offrire anche
una possibilità di lavoro in più ai giovani”. Mariano Armonia
vanta anche consulenze internazionali come quella per il
ristorante “Pasta Fresca” dell’hotel 5 stelle Palace del Mar ad
Odessa in Ucraina, ed esperienze televisive. “Con Giovanni
Russo, mio migliore amico, siamo addirittura nati lo stesso
giorno, è stato stimolante immaginare un nuovo percorso
enogastronomico”. “Il nostro obiettivo è aprire una serie di
locali a firma ‘Armonì’ ed esportare questa esperienza culinaria
anche all’estero – commenta Russo – Mariano è un grande chef, lo
ha dimostrato in ogni sua esperienza”.

   

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